|
Nei primi anni Sessanta si assistette ad un vero e proprio
boom musicale. Senz’altro a stimolare l’interesse giovanile verso le chitarre
e le batterie non poca importanza ebbero i giornali e la Rai Tv, che gareggiavano
tra di loro a suon di scoop nello scoprire particolari inediti delle biografie
dei cantanti. Così, negli anni di Jimi Hendrix, dei Rokes e dei
Deep Purple, in Italia ci si sorprendeva a scoprire il passato da ciabattino
di tal Gian Luigi Morandi o quello da carpentiere del sardo vincitore del
Festival della canzone di Castrocaro, Vittorio Inzaina. Tutto il mondo
del resto sembrava essere paese. Un ex minatore del Galles, tale Tom Jones,
grazie alla possente voce vendeva milioni di dischi in tutto il mondo.
Notizie che tenevano vivo un sogno per molti ragazzi: non era poi impossibile
entrare nel mondo dorato dello spettacolo.
Negli stessi anni, a casa nostra, un gruppo beat ben calcava le scene musicali isolane: il complesso monserratino dei Cerini, attivo dal 1966 al 1969. La cricca era formata da Bruno Murgia al basso, Franco Deidda alla chitarra ritmica, il solista era Roberto Perra, un mancino che dava del tu allo strumento, Marco Perra alla batteria, Giampiero Collu alla voce (un ex sarto soprannominato ‘Sedaka’). All’organo si alternarono negli anni Antonello Mura, proveniente dal complesso dei ‘Nati stanchi’, il quartese Chicco Marcia, noto anche come fisarmonicista, ed un certo ‘Enzino’, che aveva lasciato il gruppo degli F104. Le prime prove dei Cerini venivano fatte nelle case dei componenti della band, usando come batteria due vecchie sedie con il fondo in compensato. Dopo circa un anno di sala prove, il complesso acquisì una propria fisionomia, eseguendo un vasto repertorio che spaziava dal rock di Joe Tex a quello di Artur Brown, dal beat melodico dei Dik Dik a quello più sofisticato degli Equipe 84, per finire col rythm and blues di Wilson Pichett. Con i primi veri strumenti musicali arrivarono anche le prime serate. Grazie anche al lavoro di Giorgio Sunda, il loro manager, i Cerini si esibirono in piazze e clubs di tutta la provincia, sconfinando una volta anche nel nuorese, in occasione di una memorabile messa beat nella chiesa di Baunei, esibizione conclusa nel tardo pomeriggio con un concerto nella piazza del paese assieme ai quasi debuttanti tenores di Bitti. "Piccolo grande amore" e "Tu sei l’amore per me" sono due delle canzoni, scritte da Cesare Sollai e da Giampiero Collu, che i Cerini presentarono nella trasmissione radiofonica "Club 67", che andava in onda dallo studio A di Radio Cagliari ogni lunedì. La trasmissione cercava di valorizzare i complessini isolani del momento. Nel caso dei Cerini si può parlare di un vero e proprio successo, anche se effimero. Come spesso capita anche nelle migliori famiglie le incomprensioni all’interno del gruppo presero il sopravvento sul buon senso. E nel 1969 il giocattolo, inevitabilmente e senza un valido perché, si ruppe. |