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La mostra di Cagliari raccontata da Bruno Olivieri. Si è svolta a Cagliari dal 20 novembre al 31 dicembre 1999, nel suggestivo spazio della passeggiata coperta del bastione di St. Remy, la mostra dedicata al disegnatore umoristico Benito Jacovitti scomparso il 3 dicembre 1997. Gli oltre trecento elaborati in esposizione tra: disegni, tavole originali, manifesti e gadgets, hanno coperto tutto l’arco di quasi sessant’anni della lunga carriera del grande maestro. Nel incredibile mondo di Jacovitti hanno visto la luce una miriade di personaggi stravaganti, esilaranti, caustici che si muovono in un universo impossibile, fatto da una moltitudine di oggetti: salami, dadi, lische di pesce (da qui il suo soprannome), piedi che spuntano dal suolo o, nella migliore delle ipotesi, dalle tasche dei suoi "nasuti omini". L’inserimento di questi assurdi particolari nelle tavole era la sua maniera di riempire gli spazi vuoti che tanto odiava, inoltre, come egli stesso dichiarò, ciò gli permetteva di temporeggiare mentre pensava alla gag da disegnare nella vignetta successiva. Nato il 9 marzo 1923 a Tremoli, in Molise, esordisce nel 1939 sulle pagine del periodico cattolico "Il Vittorioso" creando i famosi 3P (Pippo, Pertica e Palla), presto affiancati dalla Signora Carlomagno e dal cane Tom. Successivamente dalla sua matita nacquero, tra gli altri, personaggi come: l’arcipoliziotto Cip (dal caratteristico intercalare "lo supponevo!") e il suo assistente Gallina, Zagar, Jak Mandolino, Gionni Chitarra, Zorry Kid e l’indimenticabile pistolero Cocco Bill (gran bevitore di camomilla, dall’immancabile esclamazione "Mondo Pistola!") e il suo inseparabile cavallo Trottalemme. Nel visitare la mostra organizzata dall’Associazione Jonathan di Cagliari, ho inevitabilmente ripercorso gli anni della mia infanzia nei quali grazie al famoso diario "Vitt" illustrato da Jacovitti io, imberbe scolaro, riuscivo a sopportare indenne le pesanti ore di lezione passate dietro orrendi banchi di legno scuro dal piano superiore ribaltabile, corredati dall’immancabile foro per il calamaio nonostante l’esistenza conclamata delle penne a biro, cimentandomi nei miei primissimi esercizi di disegno ricopiando le sue irresistibili vignette. La mia ammirazione per la sua opera non fu scalfita nemmeno negli anni settanta, quando non sfuggi ad una delle classificazioni tipiche di quegli anni e fu accusato di essere un qualunquista o peggio, un reazionario. Poco più che adolescente io pensavo, infatti, che Jacovitti non poteva essere né "impegnato" o "superficiale", né di "destra" o di "sinistra", Jacovitti era Jacovitti e basta! Successivamente le sue tavole del "Kamasutra", realizzate con la complicità di Marcello Marchesi, mi rivelarono le infinite possibilità di uno stile che credevo limitato esclusivamente ad un pubblico infantile. Egli è stato un indiscusso maestro nel suo genere, infatti, tra i suoi proseliti ci sono quasi tutti quei disegnatori di fumetti della mia generazione che, come me, presero spunto dal suo lavoro prima di intraprendere il proprio personale iter artistico. Ma la sua influenza sul sottoscritto, non si limitò al solo disegno; ancora oggi, la mia maniera di fare umorismo è contaminata dalle assurde logiche del caro vecchio "Lisca di pesce" e tuttora, ogni volta che vedo affettare un salame, non posso fare a meno di pensare a lui e ad una delle sue gustosissime tavole. Ovunque tu sia, grazie Jac! Bruno Olivieri Iconografia: nella foto: Il disegnatore cagliaritano Bruno Olivieri con Benito Jacovitti alcuni anni prima della scomparsa del grande maestro. Disegno 1: La caratteristica lisca di pesce, inconfondibile firma di Jacovitti. Disegno 2: Cocco Bill "Di qua e di là", Sergio Bonelli Editore, 1997 |