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Sempre alla ricerca di sardi all'avventura in quel di
Monaco di Baviera, stavolta abbiamo volutamente deciso di toccare il fondo
e lo abbiamo fatto con dedizione, come sempre.
Stremati dagli appuntamenti rimandati continuamente da parte del responsabile del centro culturale sardo "Gennargentu " di Monaco, con cui avremmo voluto parlare del Natale e delle loro iniziative pro - emigrati ( argomento tristissimo, lo riconosciamo... ), abbiamo alla fine optato, in piena disperazione, per il "modus operandi" del grande giornalismo d'inchiesta e ci siamo quindi affidati al "Telefonbuch" o piú comunemente detto elenco telefonico. Era nostra intenzione rintracciare un cognome sardo nella marea di Müller e Mayer che infestano pagine e pagine di elenco telefonico e poi tempestarlo di domande fino allo sfinimento suo o all'omicidio nostro. Abbiamo cosí impugnato saldamente il librone e a botta sicura siamo andati alla ricerca dei tre o quattro cognomi piú diffusi in Sardegna. Centro! E al primo colpo... Abbiamo trovato il Sig. Mario S. di Sorso, che in Rosenheimer Straße fa il Klempner o piú comunemente detto idraulico. Ad un nostro approccio telefonico suicida il Sig. Mario ha risposto con un'educazione ed un divertito interesse che presto é sfociato in un appuntamento appena un paio di ore dopo. Quarant'anni ( circa... ), non coniugato, é in effetti un piccolo impresario avendo infatti due operai alle sue dipendenze: entrambi greci e per giunta fratelli. Come mai non italiani o meglio sardi ? - la nostra prima domanda.<<Non saprei, senza nessun motivo. Ho trovato questi tramite l'ufficio di collocamento e mi trovo bene. >> Gli chiediamo da quanto tempo é a Monaco e ci risponde che ormai sono già passati più di quindici anni da quando é partito da Sassari (dove lavorava in precedenza), chiamato da un amico che poi si é spostato a Colonia. Due anni di scuola professionale, otto anni a dipendenza e poi la svolta: l'impresa in proprio. Intuisce la nostra domanda e dichiara un tranquillo successo (sic!) negli affari, forse da attribuire alla ventennale esperienza e alla serietà nel lavoro. <<Perché qui ci sono in giro un sacco di imprese - truffa, in mano a gente che avrà fatto la scuola come l´ho fatta io ( - che incubo! non capivo una parola di tedesco e poi quello che mi hanno insegnato lo sapevo già fare: ma senza il diploma qui non puoi fare niente! ) ma che di idraulica non ne capisce niente (veramente aveva detto "un tubo" ma anche lui si é subito vergognato della battuta poco originale). Basta che dopo puliscano bene e qui sono tutti soddisfatti. Ogni volta che devo fare qualche lavoro per un italiano mi capita sempre la moglie o lui stesso che con la scusa del caffè, della birretta o di chissà cosa non ti mollano un attimo e controllano ogni tua mossa. Un pó ti fa innervosire ma é cosí che si fa, altrimenti gli operai non lavorano come dovrebbero. E poi qui soprattutto imbianchini, falegnami, idraulici eccetera bevono come spugne: immaginatevi la qualitá dei lavori... >> Ma com'é qui la burocrazia, le tasse, i permessi, insomma tutto ció che serve ad aprire e mandare avanti un'attivitá - gli chiediamo. << E´un pó un casino. Noi pensiamo che in Italia sia sempre tutto peggiore ma é solo un luogo comune. Ovunque ci sono le cose che non funzionano, le scemenze inutili e le difficoltá per tutti. Le tasse sono soltanto un pó inferiori, soprattutto per il mantenimento dei dipendenti, ma la burocrazia é uguale alla nostra: gente che non ha voglia di lavorare e leggi assurde. I permessi sono più semplici e i controlli sono meno asfissianti. Hanno dei parametri che conosciamo anche noi e quindi ti puoi regolare. Peró se c'é una cosa che funziona meglio é la banca. Qui hai un rapporto quasi personale e almeno sai che ti ascoltano. Mi': te la puoi giocare. E non é poco per chi é indipendente. >> Mario é un tipo diverso dal solito, inflazionato cuoco o cameriere che apre il ristorantino "tipico"e che cerca di venderti la solita Sardegna, fatta di maschere di legno appese alle pareti e di malloreddus prodotti a Vicenza. E´un tipo particolare. Riservato ma cordiale, competente e orgoglioso, non disprezza i tedeschi ma non li apprezza di certo. Sembra che faccia parte a se. Alla fine ( "devo scappare" : non vi dico cosa devo andare a riparare...), "alla fidata " , gli porgiamo la domanda di rito: e la Sardegna? Ci guarda, poi guarda fuori ( nevica, n.d.r. ), ci riguarda e sorride: a lungo. Meglio di tanti lunghi discorsi fatti di mare, sole e trallallero. Carlo Dessalvi |