Diritto
Nasce www.forodicagliari.it
IL DIRITTO DI CAGLIARI FINISCE NELLA RETE
Il sito www.forodicagliari.it è stato realizzato partendo dalla considerazione che la diffusione, oramai capillare, delle informazioni nella rete debba necessariamente passare attraverso una fase di "localizzazione" delle informazioni stesse.
In altre parole, poiché la funzione di informazione, a livello nazionale, sulle maggiori novità in campo giuridico, è egregiamente svolta da altri siti, oramai affermati e collaudati, quali (per nominarne alcuni) www.giust.it, www.diritto.it, www.penale.it, www.ilsole24ore.it, www.altalex.com, ciò che manca, paradossalmente, sono proprio i siti che, prestando attenzione alla qualità dei propri contenuti, si leghino ad un determinato ambito territoriale (o a una specifica materia).
In quest'ottica, www.forodicagliari.it si prefigge un compito ben determinato: migliorare la conoscenza dell'orientamento giurisprudenziale e dottrinario del foro di Cagliari, offrendo la giusta e necessaria informazione del diritto vigente con la opportuna conoscenza del "diritto in evoluzione" presso il foro cagliaritano.
La nascita di un sito "locale" come questo garantisce, grazie alle intrinseche potenzialità della rete, la possibilità di accedere ad un'area, tendenzialmente illimitata, di confronto di opinioni e tendenze della giurisprudenza di merito e della dottrina, mediante gli apporti della comunità giuridica su Internet, comunità che sta diventando sempre più numerosa ed attiva, vincendo così i vecchi stereotipi circa i rapporti tra gli operatori del diritto e le nuove tecnologie.
Basti solo pensare che, in un periodo tendenzialmente "morto" quale agosto, www.forodicagliari.it ha avuto oltre 5000 contatti, è stato indicato come "sito del giorno" su www.altalex.com, ed è già stato linkato dai principali siti giuridici nazionali.
I coordinatori
Avv. Giovanni Battista Gallus
Avv. Maurizio Scarparo
La carcerazione preventiva IN CARCERE SENZA ANDARE A BALI
Cagliari ha vissuto con attenzione e interesse la vicenda delle due studentesse universitarie in carcere a Bali per detenzione di stupefacenti. Molti si sono indignati, hanno scritto preoccupati ai giornali e si sono stupiti della durezza delle leggi penali di quel paese lontano, che arrivano a permettere mesi (fino a 14) di carcerazione preventiva. Ovvero prima che ci sia una sentenza che afferma la colpevolezza di un soggetto. Non mi interessa la polemica sulle due studentesse, mi ha interessato invece molto il curioso dibattito che intorno alla vicenda si è sviluppato. D'accordo, non tutti i cagliaritani hanno (per loro fortuna) dimestichezza con le patrie galere e i tempi della detenzione preventiva in Italia, ma arrivare ad inorridire per un massimo di 14 mesi, quando in Italia si può (senza clamore) arrivare a 24, mi pare difficilmente giustificabile.
Due anni, tanto può durare nel nostro paese la custodia cautelare, prima di un giudizio che dica una parola sulla innocenza o colpevolezza dell'imputato. Spesso utilizzata in modo distorto e con finalità diverse da quelle, cautelari appunto che dovrebbe avere, finisce per avere una funzione anticipatoria della pena.
Tutto questo capita a pochi passi da ognuno di noi, non in un paese lontano, ma nessuno trova da ridire. La custodia cautelare colpisce in Italia uomini e donne che, spesso innocenti, consumano il proprio tempo a cercare di capire perché qualcosa di così devastante capita proprio a loro. A rendere più dura la situazione è il cosidetto regime carcerario, ovvero l'insieme delle regole organizzative che governano il carcere, Assai poco rispettose della dignità del singolo carcerato, si trasformano non di rado in una pena ulteriore, anche questa non avallata da alcuna sentenza di condanna. Anche qui le esigenze cautelari giustificano restrizioni di ogni genere alla libertà del detenuto di ricevere posta, spedire lettere, telefonare, colloquiare, passeggiare all'ora d'aria.
Michel Foucault ragionando sulla nascita del carcere scriveva alcuni anni fa che questa istituzione nacque come una operazione di ortopedia sociale. Una nuova tecnologia: un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare addestrare gli individui. "Un sistema per assoggettare i corpi, dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze"
Sono passati alcuni anni ma non molto è cambiato in questo panorama. Ci consola che la gente comune trovi ancora tutto questo troppo e si indigni, come è successo recentemente per le due studentesse cagliaritane, solo sarebbe bello che si indignasse tutti i giorni, perché queste cose capitano tutti i giorni a pochi metri da casa loro.
Rosanna Mura