Uranio in Sardegna? rapporto Mandelli
Metodi e risultati delle 2 relazioni Mandelli sono stati pesantemente contestati da vari docenti universitari come Zucchetti (politecnico di Torino), Bertoli-Barsotti (statistica -Torino), Lodi-Vizzini (direttore CERN di Ginevra, preside della fac. d'ingegneria di Brescia), Cristaldi (biologia animale -La Sapienza), Cortellessa (fisico nucleare, dirigente dell'Istituto Superiore della Sanità) etc. Falco Accame in qualità di presidente dell'ANAVAF ha presentato ricorso alla Magistratura. La Royal accademy, la prestigiosa e indipendente accademia britannica delle scienze, ha riconosciuto la pericolosità dell'U238.
In SARDEGNA, nessun docente, nessun medico ha pubblicamente espresso la benché minima perplessità. Le denuncie e relazioni citate possono essere richieste a Gettiamo le Basi.
Uranio impoverito, seconda relazione Mandelli
La correzione dei grossolani errori di calcolo, con il conseguente
riconoscimento <
In Sardegna, gli eccessi “ statisticamente significativi” erano lampanti a partire dalla precedente relazione. Infatti, presupponendo che la popolazione militare sia in proporzione a quella complessiva, anche dal primo rapporto emergeva un dato inquietante. La Puglia, 4.083.700 abitanti, contava tre casi di linfoma di Hodgkin. La Campania, 5.773.169 abitanti, ne registrava due come la Sardegna che però ha una popolazione notevolmente inferiore: 1.660.844 abitanti. Per la leucemia linfatica acuta, la Sardegna registrava un caso, come la Sicilia con i suoi oltre cinque milioni di abitanti.
E' improcrastinabile la formazione di una commissione scientifica indipendente, autonoma dal ministero della Difesa, che estenda l'indagine ai militari che prestano e hanno prestato servizio nei poligoni, colpiti o deceduti per leucemia come Giuseppe Pintus, bersagliere a Capo Teulada, David Zulian, sottufficiale a La Maddalena, Lorenzo Michelini e Roberto Buonincontro in servizio nel poligono Salto di Quirra-San Lorenzo.
L'indagine epidemiologica e l'accesso gratuito a programmi di accertamento sanitari deve coinvolgere la popolazione residente nei pressi dei poligoni che la Sardegna è costretta a mettere a disposizione di Usa e Nato. Villaputzu, paese di 5.000 abitanti a ridosso del poligono di Salto di Quirra, conta sei casi accertati di leucemia e altri di cui si vocifera (L’eco del Sarrabus N.7/8 febbraio-marzo-2001). Sono numerose e ripetute le denuncie di medici di La Maddalena su percentuali anomale di focomelia, rachischisi e tumori ipofisari (Liberazione 8-4-01).
Comitato sardo Gettiamo le Basi P.S.
Il Comando Militare della Sardegna e i comandanti dei poligoni di Capo Teulada e Salto di Quirra hanno reiteratamente smentito l’uso di uranio impoverito da parte delle truppe Nato e Usa nel corso delle attività di sperimentazione e addestramento, affermando di avere il perfetto controllo delle operazioni e perfino la minuziosa registrazione di munizioni e sistemi d’arma utilizzati, arrivando a parlare di “controlli doganali” sull’equipaggiamento delle forze armate straniere che hanno sistemi d’arma a DU in “dotazione standard” (conferenza stampa 17-12-00). Le fantasiose asserzioni, in aperto contrasto con le leggi italiane e le disposizioni dei trattati internazionali, stridono fortemente con le recenti dichiarazioni rilasciate dalle Autorità militari a commento della “battuta di pesca con bomba” a Sant’Antioco.(vedi L’Unione Sarda 26-5-01).
Uranio impoverito e “specificità sarda”
Le polemiche dell’Europa sull’uranio impoverito sono arrivate
fino al Pentagono che, prontamente, ha ribadito le sue “verità ufficiali” e
ha posto alcuni punti fermi. 1) E’ provato che non esiste connessione tra DU
e sindrome dei Balcani. 2) il 20% di leucemie sono causate da sigarette. 3)
bisogna indagare a 370 gradi, dovunque, tranne che sull’uranio impoverito. Le
“verità scientifiche” del Pentagono offrono una provvidenziale scappatoia ai
tanti che hanno deciso ed applaudito l’aggressione “umanitaria” della Jugoslavia
e che oggi, pur di non assumersi le proprie responsabilità criminali, sgranano
il ritornello dei “non sapevo” scegliendo di “passare per fessi”, come sempre
più spesso commenta la stampa. Bruno Vespa si aggrappa veloce al salvagente
a stelle e strisce. Nella trasmissione “Porta a Porta” si cimenta nell’impresa
di affastellare il maggior numero di “cause scatenanti la leucemia”. Benzene,
sigarette, vaccini, tutto va bene per sollevare il polverone e allontanare i
sospetti dall’uranio impoverito, ufficialmente dichiarato “non responsabile”
dai vertici militari Usa. Miseria e miopia culturale miste a malafede non consentono
ai “big” in onda di chiedersi se anche alle decine di migliaia di bambini irakeni
affetti da leucemia o da malformazioni genetiche, siano stati somministrati
in dosi massicce i vaccini, irreperibili nel loro paese, vietati dall’embargo
decennale imposto dalla sedicente Comunità Internazionale Beppe Pisanu, sottosegretario
alla Difesa nel periodo in cui gli Stati Uniti lanciavano sulla Bosnia il letale
U-238, “scopre” che la sindrome dei Balcani colpisce di preferenza i sardi e
propone la pista della “specificità sarda”. L’indicazione, seppure formulata
in modo generico e involuto, è abbastanza chiara: bisogna indagare sulla struttura
geologica dell’isola e analizzare il DNA dei suoi abitanti. Scivola inosservato
il fatto che i militari sardi colpiti da leucemia hanno prestato servizio nella
Brigata Sassari. Eppure, un’indagine sul DNA della Brigata Sassari sarebbe rivelatrice:
in prima linea nella guerra ’14 – 18 come carne da cannone, in prima linea nei
territori infetti dei Balcani come carne da radiazione Nonostante la presenza
del fratello di Giuseppe Pintus, morto di leucemia pur avendo prestato servizio
solo a capo Teulada, non si spende una parola per verificare se anche gli altri
nove militari, affetti da sindrome dei Balcani senza essere mai stati nei Balcani,
abbiano un cognome sardo e/o abbiano prestato servizio in un poligono sardo.
Come la stragrande maggioranza dei sardi che occupano gli scranni del potere,
l’ex sottosegretario alla Difesa non nasconde la sua ignoranza (vera o finta?)
sui problemi dell’isola. Non dice o non sa (qual è l’ipotesi peggiore?) che
la Sardegna, oltre ad essere costretta ad “ospitare” due porti a rischio nucleare
(Cagliari e La Maddalena) è penalizzata in misura abnorme da installazioni e
devastanti attività militari con ricadute sull’ambiente e sulla salute mai valutate.
E’ alieno alla mentalità ed al livello d’informazione del conduttore Vespa e
dell’esponente di Forza Italia pensare a una ricerca ambientale per accertare
le cause delle forme tumorali che la “fantasia” popolare, da tempo, diagnostica
come “cancro di Teulada” “ cancro di La Maddalena”. L’uranio impoverito è stato
testato e utilizzato nelle esercitazioni nei poligoni di New Mexico, Canada,
Portorico, Okinawa, Corea del Sud, Gran Bretagna, Francia, Germania. Perché
mai i due poligoni più grandi d’Europa, Salto di Quirra e Capo Teulada, sarebbero
stati esclusi dalla sperimentazione e dall’addestramento con i sistemi d’arma
“standard” all’U-238? . Comitato sardo GETTIAMO le BASI Tel 070-823498; 0338
6132753 (M. Cao) P.S. Si consiglia vivamente all’On. Pisanu, in quanto sardo
e per la carica ricoperta di sottosegretario alla Difesa, di avvicinarsi agli
studi sul genoma della Brigata Sassari, descritto con cura da Emilio Lussu in
IL PREZZO DELLA MILITARIZZAZIONE
I sospetti sull’uso di uranio impoverito nei poligoni sardi
si allargano e diventano sempre più pesanti. Generali e Ministri che, fino ad
ieri, “candidamente” affermavano che gli Usa non avevano usato proiettili e
missili all’U-238 né in Somalia né in Bosnia e, addirittura, neppure in Kosovo,
oggi sostengono che mai e poi mai il potente alleato ha utilizzato il metallo
(letale/innocuo in funzione delle esigenze del momento) nel corso delle permanenti
sperimentazioni ed esercitazioni negli immensi poligoni terrestri, aerei e navali
che la Sardegna, suo malgrado, è costretta a “mettere a disposizione della Nato”.
Però, le rassicurazioni confuse e contraddittorie producono l’effetto opposto.
Mentre acquista spessore e determinazione la volontà popolare di sapere, avere
certezze, prove serie e documentabili e non chiacchiere ... improvvisa cade
sulla Sardegna la tanto attesa pioggia di miliardi. Con un ritardo di cinque
anni lo Stato versa alla Regione
Uranio impoverito: smentite e rassicurazioni dal poligono di Capo Teulada (Striscia la notizia 20/12/00)
Il comandante del poligono di Capo Teulada col. Buetto smentisce ciò che non è stato detto. Infatti, è noto che, finora, l'Italia non possiede munizionamento all'uranio impoverito. E ci mancherebbe!! Invece, è di grande interesse la dichiarazione del Colonnello che a Capo Teulada non sia consentito ai "comproprietari" del poligono, i nostri alleati Usa, Francia e Gran Bretagna, l'uso di sistemi d'arma DU in loro regolare dotazione. Il Comando Militare della Sardegna, nel corso di una conferenza stampa il 17-dic-00, ha fornito un'analoga rassicurazione per tutte le basi "a disposizione della Nato" massicciamente presenti nell'isola. Strabiliante e inatteso regalo natalizio! La curiosità è enorme, mille gli interrogativi. Quando e, sopratutto, perché, con quali motivazioni è stato interdetto l'uranio impoverito? Il divieto concerne solo l'utilizzo e la custodia delle munizioni o anche gli altri usi del metallo (rivestimento carri armati, zavorra aerei etc.)? Quali sono gli estremi della normativa che contempla e definisce la messa al bando del DU? Quali sono i sistemi di controllo sull'equipaggiamento delle potenze Nato che utilizzano DU? Dato che la Nato solo oggi, 21 dicembre 00, ha reso noto al ministero della Difesa di aver sganciato 10.8000 proiettili radioattivi in Bosnia nel 1994-95, chi informa in tempo reale "i doganieri" addetti al controllo dell'armamento di Usa, Francia e Gran Bretagna? Dato che il Comando militare della Sardegna e il Comandante della Brigata Sassari hanno affermato (17-dic-00) di non sapere se nei Balcani sia stato usato uranio impoverito, qual'è il sistema di trasmissione delle informazioni? Dato che le squadre NBC non sono state in grado di rilevare tracce di DU né in Bosnia né in Somalia, quale è il livello di attendibilità dei controlli? Se il DU non è consentito nei depositi munizioni e nei poligoni sardi (anche in quelli della penisola?) perché l'Italia ha consentito ai suoi alleati di usarlo massicciamente in Irak, Somalia, Bosnia, Serbia e Kosovo? Il clima natalizio allontana la paura che la rassicurazione offerta dai vertici militari sia un pesce d'aprile e induce a formulare un augurio: l'Autorità sconosciuta che, come asseriscono le FF.AA, ha vietato l'uranio impoverito nei poligoni Nato della Sardegna, porti avanti apertamente e con decisione, a livello nazionale e internazionale, la messa al bando del "metallo del disonore".
Accame e Russo Spena esprimono preoccupazione per la Sardegna sottoposta alle radiazioni dell'uranio impoverito.
E' urgente un serio monitoraggio ambientale dei poligoni. <
Per il Comitato Mariella Cao 070 823498 Walter Falgio 0368 7339337