I Mostri dei Videogiochi
C’è chi ne dice bene, c’è chi ne dice male. E c’è chi ci gioca e basta. Tra playstation, giochi e giochini per Pc e gameboy portatili i videogiochi sono entrati da tempo nelle case di tutti noi. A livello mondiale esiste un vero e proprio business miliardario nel settore. In città esistono da tempo diversi negozi specializzati nel settore (pensate ad un fatto molto semplice: in tutta Cagliari esiste una sola libreria specializzata, ed ha aperto appena qualche mese fa. I videogiochi sono dunque diffusissimi. Ma ci sono giocatori e giocatori. Ci sono bambini che si rimbecilliscono davanti alla Playstation per intere giornate (alternativa nel dramma della solitudine infantile alla più tradizionale Tv). Ci sono i giocatori del sabato sera, o quelli che giocano entro i limiti dell’umana tolleranza. Eppoi ci sono i giocatori professionali, che stanno agli altri come Shumi ad una vecchietta in cinquecento. Giocano spesso in squadre (nel gergo «clan») e nella maggior parte dei casi attraverso Internet. Partecipano a veri e propri tornei, a volte organizzati all’interno di siti web, altre volte ospitati nei palasport di mezzo mondo. Negli Usa c’è un ragazzo di 19 anni che viene pagato a suon di dollari per esibirsi nel ridicolizzare i videogiochi più difficili. Anche in Italia ci sono aziende che sponsorizzano le evoluzioni di squadre di giocatori. Un mondo lontano? Mica tanto. Questi mostri del videogioco hanno l’abitudine di avere la faccia del ragazzo della porta accanto. A Cagliari ne abbiamo catturato uno. E lo abbiamo intervistato.
IL GUERRIERO DELLA RETE
Intervista ad Alex, cagliaritano: uno dei più forti giocatori di Multiplayer in Italia
Avete mai provato a sfidare un amico ad un videogame, magari collegando insieme i vostri computer (o le vostre console), oppure giocando direttamente su una sola macchina? se la risposta e' si, allora avrete già un'idea di cosa significhi la parola MultiPlayer. In effetti, il MP e' l'arte del videogiocare contro persone in carne ed ossa, anziché contro avversari computerizzati, e si sta' diffondendo sempre più grazie all'avvento di Internet. Internet infatti, collegando in una fitta rete (web) milioni e milioni di computer in tutto il mondo, consente a persone sparse su tutto il pianeta di cimentarsi in avvincenti partite ai più svariati videogames: si va dai giochi di ruolo ai simulatori di auto e moto, dagli strategici in tempo reale (RTS) agli arcade sparatutto (shoot'em up), dai giochi in genere più riflessivi ai giochi decisamente più rapidi e 'casinisti'. Uno dei generi che vanno per la maggiore tra il popolo dei net-gamers e' proprio quello dei FPS (sigla che sta' per First Person Shooter, ovvero sparatutto tridimensionali con visuale in prima persona): sono videogiochi in cui si viene catapultati in delle arene insieme ad altre persone, con lo scopo principale di eliminarsi a vicenda il più in fretta possibile e in vari modi che vanno dal tutti-contro-tutti (modalità chiamata 'deathmatch') al più cooperativo squadra-contro-squadra (modalità 'team play'). Le armi a disposizione in un FPS variano da gioco a gioco: si va dal classico fucile a pompa a cariche esplosive radio-comandate, per arrivare a micidiali macchine lancia lame...roba da perderci la testa! Le arene dal canto loro possono essere strutturate nei modi più disparati, spaziando da castelli medievali a navicelle spaziali, da altissime torri che si perdono nel cielo ad antichi vascelli. Il divertimento, scopo principe di ogni videogioco, e' in ogni caso assicurato: provare per credere. All'ultima edizione di GioCagliari incontriamo Alex, un ragazzo cagliaritano appassionato di multiplayer applicato agli FPS. Parlando parlando si scopre che Alex e' uno dei più bravi giocatori di FPS in Italia: nonostante la sua giovane eta' ha già partecipato a molti tornei regionali, nazionali e anche internazionali, sia da solo che insieme ai suoi inseparabili compagni di clan (= squadra), alle volte vincendo e alle volte perdendo, ma sempre uscendo a testa alta. Da quell'incontro e' nata questa simpatica intervista... Alex, quando e' nata questa tua passione per i videogiochi, e per il multiplayer in particolare? «La passione per i videogiochi mi e' venuta sin da piccolo: a sei anni avevo l'MSX (un mitico micro-computer della Philips NdBoZ) e il Commodore 64, quindi smanettavo già sulla tastiera e mi divertivo con i videogiochi di allora. Ho iniziato a giocare in multiplayer quattro anni e mezzo fa, quando un mio amico portava a casa il suo portatile e giocavamo insieme a Duke Nukem 3D connettendoci in seriale. Già al tempo ci divertivamo a creare noi stessi le mappe su cui giocare... organizzavamo i primi tornei tra' amici... poi, dopo un annetto, ho assistito ad un torneo di Quake (uno dei più famosi FPS NdBoZ), e li ho cominciato a conoscere quelli che adesso sono i miei compagni di clan, e i miei amici soprattutto». Tu sei sicuramente un 'personaggio' nel tuo ambiente, quali sono stati i tuoi maggiori risultati? «Al NetGate, nel 1999, sono arrivato primo nel torneo di Unreal Tournament, specialità deathmatch (tutti contro tutti NdBoZ) e secondo nel torneo di Quake 3 Arena, sempre deathmatch. Al Qwars2, ovvero il campionato regionale di Quake, intorno a Gennaio, ho ottenuto il primo premio nella specialità duel (uno contro uno), mentre sono uscito in semifinale nel deathmatch. Al Frag Fest, un torneo di Quake 3 a livello nazionale svoltosi su Internet, sono uscito in semifinale. Al Quit 2000, ovvero il campionato nazionale di Quake svoltosi qualche mese fa a Bologna, al quale hanno partecipato una trentina di squadre provenienti da tutta Italia, il nostro clan (Karalis) si e' classificato terzo nella specialità team play (gioco a squadre NdBoZ). Come clan, stiamo poi partecipando ad altri due tornei che si stanno svolgendo su Internet: ICL (siamo appena entrati in semifinale) e ClanBASE (a livello europeo): in quest'ultimo ci hanno anche contattato per giocare una partita da trasmettere in televisione, per dare un'idea della modalità teamplay». Trovi che ci sia troppa competizione, in questi tornei? «Secondo me la competizione serve a migliorarsi; certo, non bisogna mai eccedere, pero' ormai siamo arrivati ad un punto in cui un giocatore americano diciannovenne, Fatality, guadagna milioni e milioni all'anno solo per giocare a Quake 3: pensa che ha molti sponsor che pagano proprio per vederlo giocare e per farlo giocare. Anche qui in Italia ci sono alcune grosse sponsorizzazioni, ad esempio alla squadra dei Tulls (senza dubbio il migliore clan italiano)». Quali sono stati i primi clan, a Cagliari? «All'inizio a Cagliari c'erano due clan: il clan FIQ, che raggruppava solo giocatori di Cagliari, e il clan QIC, un clan a livello nazionale composto da diversi cagliaritani (ma non solo). Io entrai inizialmente nel QIC perché era quello che mi aveva convinto di più come persone. Poi, nel 1998, il FIQ ha cambiato nome in 'Karalis', e io mi sono unito a loro. I clan in genere raccolgono giocatori da tutta Italia: noi, come clan Karalis, siamo un'eccezione in quanto siamo tutti di Cagliari. Spesso gli altri clan ci invidiano perché siamo prima di tutto amici, e poi giocatori di Quake...» Tu sei uno 'specialista' nel genere dei FPS, ma cosa ne pensi del multiplayer applicato a giochi più 'riflessivi'? «Fantastico: personalmente gioco molto ai MUD (Multi User Dungeon; si tratta di videogiochi di ruolo privi di grafica in cui tutti i comandi devono essere impartiti in forma testuale, utilizzando una riga di comando: ad ex. 'vai a nord', 'esamina la bottiglia', ecc. NdBoZ), per cui ogni tanto uso anche la testa...anche se poi alla fine per giocare agli sparatutto ci vuole anche quella!» Non ti ho volutamente chiesto quante ore passi ogni giorno ad allenarti, questo per non alimentare certe mentalità benpensanti, pero' secondo te l'alto tasso di violenza insito in certi videogiochi può riflettersi nella mentalità di una persona, nella vita di ogni giorno? «Penso che per riflettersi da un videogioco alla vita reale, questa persona debba avere una mentalità un po' deviata: personalmente non ho mai avuto attacchi di violenza, e questo nonostante giochi regolarmente a Quake, legga fumetti come Dragon-ball o Kenshiro e pratichi Thai Boxe...» Che obiettivi hai o avete, come clan, per il futuro? «Essendo di Cagliari abbiamo serie difficoltà negli spostamenti: mentre nel resto dell'Italia qualsiasi gruppo di giocatori prende una macchina piena di benzina e arriva dove vuole, a noi purtroppo l'insularità da' un grosso svantaggio, e per questo speriamo in una sponsorizzazione che ci possa aiutare, sia per poterci muovere che per poterci migliorare qualitativamente. Se pensiamo che il clan Tulls e' partito poco tempo fa per partecipare ad un torneo a Dallas, sponsorizzato dalla Leaderchip... (beh, chiunque voglia aiutare questi bravi ragazzi può contattarli al sito http://karalis.ngi.it) Ok, c'e' qualcosa che vorresti dire, per finire? «Si: voglio dire che videogiocare in multiplayer mi ha cambiato la vita, soprattutto per il fatto che ho conosciuto molte persone... e' un'esperienza che riesce a darti un'apertura mentale rispetto a ragazzi di tutto il mondo: riuscire a giocare con una persona dall'altra parte del pianeta, comunicare, esprimersi, e' semplicemente fantastico. Bene, se volete avere un idea delle potenzialità di Alex, provate a cercarlo sui server Quake di Freegames o di NGI (lo trovate con il nickname 'vegeta'): se sarete fortunati potreste anche riuscire a vederlo giocare...sempre che non vi abbia già eliminato prima, ovviamente!
BoZ