PROGETTO SPERIMENTALE
PER LE SCUOLE ELEMENTARI
"Giornalista per gioco" e "Giornalista per gioco on line"
Proponente esterno: Dott. Francesco Piras tel. 070/372961 – 0349/7550173
Il progetto prevede l’accostamento graduale dei bambini delle scuole elementari e medie alla lettura ed alla comprensione del messaggio giornalistico: in un caso a quello formulato in funzione della stampa su un giornale, nell’altro finalizzato alla pubblicazione su un giornale web.
I metodi didattici assunti sono volti al trasferimento di conoscenze interdisciplinari, anche attraverso il ‘travestimento’ di buona parte dei concetti e delle nozioni che si intendono comunicare sotto la forma del ‘gioco giornalistico’. Ai bambini in sostanza non viene chiesto di osservare quindi il mondo del giornalismo da semplici spettatori. Viceversa essi vengono coinvolti da attori nella produzione dell’informazione, attraverso la realizzazione di un loro giornale.
L’intero percorso didattico nel quale gli scolari sono coinvolti ha come fine ultimo quello di offrire gli strumenti per individuare, e quindi prevenire, i pericoli derivanti da un uso distorto dell'informazione.
L’apertura verso l'assetto futuro del mondo dell'informazione è assicurata dalla dimostrazione pratica di giornalismo in tempo reale, tecnica che utilizza nella composizione del giornale i più moderni ritrovati informatici nel campo della video impaginazione. Questo avviene in entrambi i progetti. Il concetto chiave che si vuole trasmettere è infatti: il giornalismo ed i suoi doveri sociali rimangono gli stessi col mutare degli strumenti usati. Riguardo a ciò, questo progetto si svolge peraltro sotto gli auspici della Associazione Stampa Sarda, ramo regionale del Sindacato unitario dei giornalisti.
In via preliminare si sceglie di adoperare quale metodo didattico principale la costante ricerca di un rapporto aperto ed interattivo tra alunno e insegnante. Particolare attenzione verrà posta nella spiegazione delle parole nuove attraverso sinonimi ed esempi. Il costante esame delle notizie del momento, riscontrate volta per volta nelle pagine dei quotidiani, costituirà una possibilità di riflessione sui temi d’attualità. Per l’aspetto propriamente metodologico tuttavia rimandiamo ai lineamenti qui a seguito.
Al fine di garantire una effettiva riuscita del progetto appare ovviamente necessario l’inserimento del segmento del processo educativo che andiamo a proporre all’interno dei programmi ordinari insegnati ai bambini.
OBIETTIVI
Obiettivi strumentali
- offrire ai bambini gli strumenti atti a comprendere i prodotti giornalistici con cui vengono quotidianamente a contatto.
- concorrere a sviluppare lo spirito critico-interpretativo nei confronti dei fatti che li circondano.
- aiutarli a realizzare in proprio un piccolo giornale scolastico/giornale web.
Obiettivo finale
DURATA E COSTI
Durata dei corsi: 8 lezioni per modulo (una alla settimana) da 2 ore per classe = tot.32 ore.
Costo lezioni per n° 2 Classi
Supporti didattici: Penne, matite, colori, 1 macchina fotografica digitale*, 1 rullino*, colla, carta, fotocopie*. Giornali*. Registratore*. Aula informatica. Personal computer configurato come centrale di elaborazione grafica*.
*a carico degli operatori esterni del progetto
LINEAMENTI DI METODO
Il punto di partenza da cui muoviamo non può che essere l’osservazione empirica della realtà del destinatario del nostro messaggio. Da una parte il bambino, inserito come individualità attiva nel contesto scolastico, avente dunque come riferimenti le norme sociali e comportamentali di un sistema e diverse persone-figure guida: i familiari ed il personale docente.
E’ fondamentale dunque, per inserire il progetto positivamente in tale contesto, cercare di stabilire una forma di completamento dei messaggi e delle conoscenze del personale interno con quello degli esterni, e viceversa. ‘Giornalista per gioco’ non deve cioè essere un’iniziativa estemporanea ed avulsa rispetto alla normale attività didattica e sperimentale della scuola. Ha piuttosto da essere uno strumento di cui la struttura scolastica si avvale per migliorare, completare ed approfondire le normali offerte formative. In termini pratici, l’efficacia del progetto sarà reale, cioè, attraverso il lavoro combinato tra gli insegnanti che seguono normalmente il modulo, i genitori e gli operatori esterni.
A livello operativo questo comporta l’assunzione di parametri di riferimento sia nel modo di procedere del lavoro di trasmissione di conoscenze che nelle metodologie didattiche applicate volta per volta in classe.
Il gioco. La metodologia didattica scelta utilizza il gioco in quanto risorsa privilegiata di apprendimento e di relazioni. Il coinvolgimento emotivo favorisce infatti rapporti attivi e creativi sia sul terreno cognitivo che in quello relazionale. Nel nostro caso, sotto la forma del ‘gioco giornalistico’ avverrà il ‘travestimento’ di buona parte dei concetti e delle nozioni che si intendono far acquisire.
Questa ci pare una premessa generale fondamentale in vista dell’affermazione ed il riconoscimento della libertà espressiva e di apprendimento dei bambini, cosi come è postulata da Maria Monsessori ne Il metodo della pedagogia scientifica. Il clima ed i rapporti che compongono il gioco ci pare possano costituire l’ambiente ideale per liberare il bambino, sia come individuo che come individualità, verso la ricerca di scopi da raggiungere, incanalati nel processo di perfezionamento della propria attività.
La ricerca. L’esperienza promossa dovrà inserire l’originaria curiosità del bambino verso un oggetto per lui ancora misterioso, il giornale, - oggetto che fa tradizionalmente parte del mondo dei ‘grandi’, cui il bambino aspira - in un positivo clima di esplorazione e ricerca, nel quale i piccoli si attivano in prima battuta in una ‘caccia’ all’articolo, alla vignetta, alla foto etc., per poi entrare sempre più approfonditamente nel meccanismo giornalistico.
E’ importante notare che nella primissima fase, l’accostamento del bambino al nostro mondo-giornale avviene attraverso l’utilizzo del giornale stesso alla stregua di un evoluto strumentario montessoriano. Per iniziare non ci interessa infatti che il giornale sia un prodotto informativo/sociale/intellettuale, ci importa piuttosto notare con i bambini che il giornale è prima di tutto un ‘oggetto’ materiale. Il giornale fatto di carta e inchiostro, fatto di parti ‘montate’ ad arte, che possono essere smontate, rimontate, riprodotte, contate, scambiate etc.
Solo in un secondo momento potrà essere introdotta una nuova ‘scoperta’: la notizia. I bambini cioè attraverso il confronto e l’analisi dei diversi ‘oggetti’ a disposizione, trovano che la notizia può essere data e confezionata in modi e tempi assai differenti. Ci sono articoli che si possono scrivere in un mese ed altri per la cui redazione sono bastati pochi minuti. Da notizia a notizia cambiano molte cose: la posizione dell’articolo nella pagina e nel giornale, la dimensione e la posizione del titolo, l’impatto che la presentazione del fatto avrà nel lettore, l’uso delle parole, l’aggettivazione etc. Ci saranno poi diversi tipi di articoli: l’opinione, la cronaca, l’analisi. Tutti importanti e tutti da considerare.
La ricerca dei bambini dovrà essere da una parte di tipo compilativo, dall’altra di tipo analitico. Gli strumenti iniziali sono cambiati, non sono cioè in quello che si vede nel giornale come foglio di carta inchiostrata, ma dentro al giornale come strumento di comunicazione.
Perché? Questa sarà la domanda costantemente rivolta ai bambini in questa fase. Perché tale titolo è più grande di tal’altro titolo? Perché la guerra in centro Africa è meno importante di quella nei Balcani? Perché i pettegolezzi del mondo dello spettacolo spesso vengono prima delle notizie vere: della disoccupazione, della cronaca, della politica? Perché esistono tanti tipi di giornali? Perché esiste la stampa cosiddetta di settore?
La risposta, o meglio le risposte, saranno racchiuse in un concetto fondamentale. Il giornale è un prodotto fatto dagli uomini per gli uomini. Il giornalista confeziona cioè il giornale sapendo che ci sarà un lettore, un particolare lettore, che andrà a comprarlo in edicola. Senza l’atto dell’acquisto e dunque della testimonianza di gradimento da parte del lettore il giornalismo cessa di essere possibile, economicamente ed idealmente.
La discussione. I dati e le domande raccolte devono ora essere messi a confronto, analizzati insieme: discussi. Alla fine, comunque, pur giungendo a posizioni condivise non sarà ancora possibile dare risposte univoche ai perché dei modi cosi differenti di porgere una notizia. Solo attraverso la discussione, vista propriamente come metodo di indagine, sarà possibile venire a capo del problema. Il confronto delle ipotesi, l’invito portato ad ogni bambino di manifestare la sua opinione sul problema, un contraddittorio volutamente tenuto acceso tra i bambini ed i ‘grandi’, la formazione di un elenco di punti di vista, di spiegazioni dei "perché": sono tutti elementi estremamente utili a favorire i manifestarsi di una reale autonomia di giudizio nei bambini, non imposta, ma indotta.
Sia detto qui per inciso, ciò consente di inserire a pieno titolo questa attività nel solco delle finalità generali della Scuola elementare, laddove si dice che questa si assume il compito di "educare l’uomo ed il cittadino".
La multidisciplinarietà. Nell’ambito inoltre degli obiettivi specifici nel campo del pensiero logico-matematico ed espressivo-linguistico che la scuola elementare persegue, il percorso formativo ‘Giornalista per gioco’ consente di utilizzare, e quindi contribuisce ad elevare nel concreto di una attività significativa, le capacità e le abilità di raggruppamento, classificazione, confronto, messa in relazione, ordinamento, quantificazione e misurazione di fatti e fenomeni della realtà. Inoltre, fatto non meno importante, si inserisce nel processo di affinamento delle abilità necessarie per interpretare la realtà stessa, a partire da un problema dato, e di intervento consapevole su di essa nel momento in cui il bambino è chiamato ad operare delle scelte responsabili. Il meccanismo della scelta è il valore primario da raggiungere, così come sono valori strumentali i vari settori cognitivi dell’offerta scolastica, nei quali a livello pratico l’attività viene ad incidere. Il giornalismo, per il suo carattere di estremo eclettismo contenutistico, può diventare sempre più uno strumento didattico per la trasmissione di conoscenze storiche, geografiche, scientifiche e logiche. La ricerca di tale funzione è una delle aspettative da riferire al progetto ‘Giornalista per gioco’
Comunicazione e linguaggio. L’esercizio delle capacità comunicative riferite al linguaggio orale ed alla lingua scritta favorisce la conquista di sempre più elevate capacità di ragionare. Piaget ed altri hanno mostrato infatti come il ragionamento compaia in un gruppo di bambini sotto forma di discussione intesa a provare i rispettivi punti di vista. La valida impostazione, sul piano culturale e scientifico, del comunicare muove dal principio che la lingua si apprende all’interno di una varietà di contesti comunicativi. Il suo insegnamento ha inoltre come finalità proprie l’acquisizione e la fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di espressione, nella disponibilità a riconoscere il diritto degli altri alle proprie idee ed opinioni, nell’impegno a farsi un’idea personale ed a manifestarla, nello sforzo di ascoltare e comprendere, nella disposizione a risolvere le divergenze mediante l’argomentazione.
La vita di relazione. Il ricorso a varie modalità di relazione (nella coppia, nel piccolo gruppo, nel grande gruppo, con o senza l’intervento dell’adulto) favorisce quindi gli scambi e rende possibile l’interazione tra i bambini. Questo spinge alla problematizzazione, sollecita a dare e ricevere informazioni, facilita la ricerca in vista della risoluzione di problemi posti sia dalla fruizione che dalla produzione di un giornale. Il principio che sta a base di queste due ultime attività è infatti lo stesso: la chiarezza nel comunicare, cioè la regola secondo cui l’articolo sarà buono se tutti lo potranno capire.
Un clima sociale positivo è favorito anche dalla qualità delle relazioni tra adulto e bambini. Quest’ultima, ne siamo consapevoli, richiede da una parte, una attenzione continua e sensibile ai segnali inviati dai bambini ed all’emergere dei loro bisogni di sicurezza, gratificazione e autostima, e dall’altra la capacità di attivare forme flessibili, interattive, circolari di comunicazione didattica. In questo contesto, avvertono gli studiosi del processo educativo, ma anche l’esperienza comune, va tenuto presente che la dimensione affettiva rappresenta una componente essenziale dei processi di crescita anche sul piano cognitivo.
L’adulto, attraverso una regia che si sforzi di essere attenta ed equilibrata, capace anche di interpretare e valorizzare in senso educativo i cosiddetti "errori", guiderà il bambino nel percorso che lo porterà a prendere coscienza, alla fine del percorso di esplorazione e ricerca, che il giornalista spesso, mediante il modo scelto di confezionare il messaggio, non solo "informa", ma influenza il giudizio del lettore, per cui è importante che egli impari a leggere tutti i "segni" di cui è composto messaggio giornalistico, al fine di conseguire autonomia di giudizio dalle idee e credenze del giornalista o della politica editoriale del giornale.
La mediazione didattica. Ci avvarremo di tutte le strategie e le strumentazioni che ci consentano di orientare, sostenere e guidare proceduralmente lo sviluppo e l’apprendimento del bambino nella realizzazione di questo progetto. In questo processo l’attivazione di abilità nell’utilizzo di media diversi, l’attivazione di abilità generali di assimilazione e di elaborazione delle informazioni (memorizzare, rappresentare, comprendere e scoprire relazioni spaziali e causali) ed il ricorso ad un materiale da manipolare (ritagliare ed operare spostamenti da un angolo all’altro e da una pagina all’altra, esplorare e classificare) innescano specifici procedimenti di natura logica ed avviano una sequenza graduata di attività e situazioni che consentono la conquista di una maggiore sicurezza e di una organizzazione delle conoscenze. La possibilità di attivare varie aule scolastiche di informatica ha inoltre offerto la possibilità di riscontrare l’effettiva efficacia dello strumento informatico nell’avvicinamento dei bambini al piacere della scrittura. Specie nei bambini normalmente meno orientati all’espressione scritta, si nota infatti, attraverso l’iniziale interesse alla macchina-computer, l’accrescimento dell’interesse verso lo scrivere, interesse nella maggior parte dei casi dissociatosi in una fase successiva dalla curiosità legata al computer.
L’osservazione, la progettazione, la verifica. L’osservazione da parte nostra, occasionale e sistematica, appresa ed esercitata attraverso questo specifico itinerario formativo, consentirà di valutare le esigenze del bambino e di riequilibrare in corso d’opera le proposte educative in base alla qualità delle sue risposte, poiché la progettazione dell’intervento si modella e si mette a punto costantemente sui modi di essere, sui ritmi di sviluppo e sugli stili di apprendimento di ogni bambino. L’osservazione dunque è uno strumento essenziale per condurre la verifica della validità e della adeguatezza del percorso formativo proposto.
Una progettazione aperta, flessibile, da costruirsi, in progressione e lontana da schematismi vuol essere coerente con la plasticità ed il dinamismo dello sviluppo infantile e, di conseguenza, capace di sollecitare sinergicamente tutte le potenzialità, i linguaggi e le forme di intelligenza.
La valutazione dei livelli di sviluppo prevede: a) Alcuni momenti interni alle varie sequenze didattiche che consentono di aggiustare ed individualizzare la proposta educativa ed i percorsi di apprendimento; b) Dei bilanci finali per la verifica degli esiti formativi e del significato generale dell’esperienza proposta.
La documentazione. L’itinerario compiuto assume pieno significato per i soggetti coinvolti ed interessati nella misura in cui può venire adeguatamente rievocato, riesaminato, analizzato, ricostruito e socializzato. Il progetto educativo infatti si rende concretamente visibile attraverso una attenta documentazione ed una conveniente comunicazione dei dati relativi alle attività che hanno consentito di analizzare e produrre il prodotto-giornale. Ci si può avvalere di strumenti sia di tipo verbale (appunti, bozze, schizzi d’impaginazione, registrazioni di discussioni ecc.), sia delle tecnologie audiovisive.
Tali documentazioni, al termine del progetto riassumibili sotto forma di mostra, vogliono offrire ai bambini l’opportunità di rendersi conto delle proprie conquiste e fornire a tutti i soggetti della comunità educativa varie possibilità di informazione, riflessione e confronto.
L’apertura all’assetto futuro dell’informazione A stretto giro di boa sarà possibile conoscere un nuovo tipo di informazione, quella su Internet. Entro pochi anni, accanto agli attuali supporti che ci trasmettono quotidianamente le informazioni giornalistiche, ci sarà anche quella dei giornali on line. Questo cambierà le nostre abitudini, il modo di leggere le notizia, cosi come cambierà per i giornalisti il modo di scriverle. Si affermerà ancora di più il giornalismo di settore. Si apriranno possibilità per tutti di essere informati di più e meglio.
Questa nuova rivoluzione della comunicazione, la più importante dall’avvento della televisione, porta con se anche dei grossi pericoli. Il ricorso a testi sempre più brevi rischia di causare un impoverimento dei contenuti, del linguaggio, ed una forte riduzione del principio della completezza dell’informazione. La totale assenza di vincoli che contraddistingue il web, può poi rendere pressoché impossibile operare una distinzione di attendibilità dei prodotti giornalistici. Un sito realizzato da un non giornalista, o per finalità esterne da quelle del giornalismo, può adottare un credibile camuffamento da giornale telematico. Quale è dunque la garanzia della effettiva verità delle notizie che si apprendono su Internet? Quale il criterio che ci può far distinguere il prodotto giornalistico vero da quello falso?
Il problema è particolarmente dibattuto all’interno del mondo dei media. La tendenza è quella di ricorrere a speciali certificazioni per i veri giornali on line. In attesa di vedere le conseguenze di questo dibattito tuttavia una cosa si può fare. Conoscere, studiare, usare i meccanismi di un giornale telematico, alla luce dei canoni classici del giornalismo. Di certo la conoscenza di alcune tecniche e dei principi della comunicazione aiuteranno i bambini a confrontarsi in maniera più cosciente con questa nuova ed avvincente realtà.
Programma FASE ESECUTIVA
1° GIORNO
-Teoria. Breve sintesi della storia del giornalismo: perché nasce l’informazione, il criterio di chiarezza, il media e la notizia. Sul giornale: spiegazione dei concetti di articolo, titolo, foto, pagina, vignetta.
- Esempi pratici. I bambini vengono chiamati a riconoscere i vari elementi spiegati nei giornali che saranno distribuiti loro. Ognuno farà una piccola "rassegna stampa".
- Gioco. I bambini vengono divisi in squadre. Quindi, usando i vari giornali del giorno (locali e nazionali), vengono chiamati ad indicare nel minore tempo possibile i vari elementi del giornale, oltre alle notizie di maggiore importanza.
2° GIORNO
- Teoria. Sul carattere relativo della notizia: la notizia risente del contesto di riferimento. Sul giornale. Spiegazione dei vari tipi di articoli: l'opinione, l'inchiesta, l'intervista, l'articolo ( di cronaca, cultura, società e sport), la notizia breve, il reportage.
- Esempio. Viene chiesto ad ogni bambino di mimare un intervista, un opinione, etc. Il tutto viene registrato e riascoltato.
- Teoria. La radio ed il giornalismo radiofonico.
- Gioco. La classe viene trasformata in una redazione giornalistica. Vengono distribuiti i compiti e progettato il giornale della classe.
3° GIORNO
- Teoria. Il giornale. Divisione delle pagine in base al contenuto: la prima pagina, la cronaca, la cultura, lo sport. Il giornale specializzato, i periodici.
- Esempi. Collocare gli articoli di vario argomento nel loro contesto di riferimento.
- Tecnica. La fotografia. Colloquio col foto reporter.
- Gioco. La redazione commissiona le foto per il giornale ai bambini incaricati.
4° GIORNO
- Teoria. Impostazione del giornale. Formato, sviluppo, struttura della pagina. Giornali locali e giornali nazionali.
- Esempi. Riconoscimento pratico degli elementi spiegati.
- Gioco. La redazione esamina lo stato del giornale. Viene disegnato il secondo menabò Realizzazione degli articoli principali. L'opinione (su un fatto di attualità), l'intervista (es.al sindaco), il reportage (racconto di vita in paese/città), l'inchiesta (es.le scuole cittadine) etc.
5° GIORNO
- II computer ed il giornalismo. Colloquio e dimostrazione con un tecnico specializzato sull'uso dell'elaboratore nella composizione e realizzazione del giornale.
- Teoria. Computer, come funziona. Il sistema a finestre. Cosa c’è dentro. A cosa ci serve.
6° GIORNO
- Il giornale on line: le sue regole e le sue tecniche.
- Realizzazione del giornale. Lettura degli articoli in bozza. Visione delle foto, dei disegni, delle vignette. Creazione dei titoli.
7° GIORNO
Giornalista per gioco
Giornalista per gioco on line
- Dimostrazione della composizione professionale di un giornale on line: la rete.
- Realizzazione da parte dei bambini attraverso il browser del loro giornale on line
8° GIORNO
Completamento del lavoro e preparazione del saggio finale con l’intervento dei genitori
PARTECIPANO AL CORSO IN QUALITA’ DI DOCENTI ESTERNI
Per la parte giornalistica: Giornalisti iscritti all’Ordine, in possesso di una laurea in materie umanistiche, coordinati sotto diretta responsabilità dal Dott. Francesco Piras, curatore del progetto.
Per la parte fotografia-immagine: Fotografi e grafici con competenze specifiche nel settore della lettura e realizzazione critica dell’immagine.
Questo progetto viene realizzato grazie all’impagabile contributo di idee, suggerimenti o semplice sostegno morale di numerose persone, che hanno reso possibile la sperimentazione di ‘Giornalista per gioco’.
La Scuola elementare San Lorenzo di Monserrato (Ca), ed in particolare la direttrice, dott.ssa Ester Mura e la maestra Franca Mura. L’associazione Aspis e la scuola elementare di via Enrico Toti di Pirri (Ca), ed in particolare la signora Luisella Ghiani. Il circolo didattico Via Stoccolma – Cagliari, ed in particolare la direttrice dott.ssa Maria Pia Pisano e le maestre delle scuole di via Garavetti e Stoccolma.. Infine, ma non certo ultima, la signora Enrica Papini Aruy, maestra dall’enorme esperienza nel settore della didattica sperimentale, che ha segnato alla correttezza di procedimento il lavoro di progetto e studio.
A loro vanno i nostri più sinceri ringraziamenti.